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Honda e Nissan terzo gigante automotive mentre l'Europa arranca

 
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Honda e Nissan confermano il piano di fusione che porterà alla creazione del terzo gruppo mondiale del settore automotive, per tentare di contrastare il predominio dei veicoli elettrici prodotti dalle case concorrenti cinesi, e in vista dell'applicazione di nuovi dazi con l'avvento della seconda amministrazione Trump, negli Stati Uniti. In un comunicato congiunto la seconda e la terza casa auto nipponica hanno reso noto di aver siglato un memorandum di intesa che porterà alla costituzione di una holding nella quale potrebbe essere inclusa anche la Mitsubishi Motors, già partecipata di Nissan, per una valore di mercato di 58 miliardi di dollari.
Il consolidamento creerebbe il terzo gruppo automobilistico al mondo per vendite di veicoli dopo Toyota e Volkswagen, il tutto mentre le case automobilistiche tradizionali affrontano le crescenti sfide dell'elettrico con Tesla e i rivali cinesi. Honda nominerà la maggioranza del consiglio di amministrazione della holding, compreso il proprio capo-azienda. L'integrazione dei due storici marchi giapponesi segnerebbe il più grande riassetto dell industria automobilistica globale da quando Fiat Chrysler Automobiles e Psa si sono fuse nel 2021 per creare Stellantis in un deal da 52 miliardi di dollari.
Per l'Europa intanto si chiude un anno drammatico e il 2025 non promette nulla di meglio. La tempesta perfetta è causata da vetture elettriche che si vendono molto poco, investimenti miliardari che non ritornano, fabbriche che chiudono anche in Germania. Il vero incubo del 2025 sono però le multe per il superamento dei nuovi limiti alle emissioni di CO2 fissati in 94 gr/km. Un valore che costringerà le case a non proporre vetture termiche, con stop alla produzione, riposizionamento sull ibrido, innalzare i listini delle Ice, tirare giù quelli delle Bev per riequilibrare il gap e rientrare in normative Cafe decise dalla Ue prima della pandemia e prima che le condizioni geopolitiche cambiassero.
Si prospetta per l'industria automobilistica il rischio di perdere fino a 16 miliardi di euro di capacità di investimento. Lo segnala un rapporto dell'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) che rappresenta i 16 principali produttori del Continente. "Senza una chiara dichiarazione politica della Commissione europea entro la fine del 2024, come sollecitato anche dai Governo tedesco, da quello francese, da quello italiano e di altri Paesi europei - ha dichiarato Luca de Meo, presidente dell'ACEA e ceo del Gruppo Renault - l'industria automobilistica rischia di perdere fino a 16 miliardi di euro di capacità di investimento pagando sanzioni, riducendo la produzione, unendosi a concorrenti stranieri o vendendo veicoli elettrici in perdita".
Nel frattempo, nella mattinata di oggi, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha adottato un decreto con 500 milioni di incentivi alle imprese dell'automotive e di altre filiere produttive strategiche attraverso contratti di sviluppo. La misura era stata illustrata dal ministro Urso al Tavolo Stellantis. L'intervento di Mario Cianflone, Sole24Ore ai microfoni di Sebastiano Barisoni.

L'anno che verrà

Consigli e previsioni per gli investimenti finanziari del 2024. Grazia Mirti, una delle massime esperte di astrologia finanziaria, autrice di Investire con gli astri edito dal Sole 24 Ore nel 1999. Nel 1999 Grazia Mirti annunciava da lì a breve la fine del ciclo espansivo legato al nodo lunare in leone e affermava il punto di massima debolezza, segnalato tra il 2008 e il 2009. Giovanni Tamburi, presidente e ad di TIP, Tamburi Investment Partners, società quotata a Piazza Affari.

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Il consolidamento creerebbe il terzo gruppo automobilistico al mondo per vendite di veicoli dopo Toyota e Volkswagen, il tutto mentre le case automobilistiche tradizionali affrontano le crescenti sfide dell'elettrico con Tesla e i rivali cinesi. Honda nominerà la maggioranza del consiglio di amministrazione della holding, compreso il proprio capo-azienda. L'integrazione dei due storici marchi giapponesi segnerebbe il più grande riassetto dell industria automobilistica globale da quando Fiat Chrysler Automobiles e Psa si sono fuse nel 2021 per creare Stellantis in un deal da 52 miliardi di dollari.
Per l'Europa intanto si chiude un anno drammatico e il 2025 non promette nulla di meglio. La tempesta perfetta è causata da vetture elettriche che si vendono molto poco, investimenti miliardari che non ritornano, fabbriche che chiudono anche in Germania. Il vero incubo del 2025 sono però le multe per il superamento dei nuovi limiti alle emissioni di CO2 fissati in 94 gr/km. Un valore che costringerà le case a non proporre vetture termiche, con stop alla produzione, riposizionamento sull ibrido, innalzare i listini delle Ice, tirare giù quelli delle Bev per riequilibrare il gap e rientrare in normative Cafe decise dalla Ue prima della pandemia e prima che le condizioni geopolitiche cambiassero.
Si prospetta per l'industria automobilistica il rischio di perdere fino a 16 miliardi di euro di capacità di investimento. Lo segnala un rapporto dell'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) che rappresenta i 16 principali produttori del Continente. "Senza una chiara dichiarazione politica della Commissione europea entro la fine del 2024, come sollecitato anche dai Governo tedesco, da quello francese, da quello italiano e di altri Paesi europei - ha dichiarato Luca de Meo, presidente dell'ACEA e ceo del Gruppo Renault - l'industria automobilistica rischia di perdere fino a 16 miliardi di euro di capacità di investimento pagando sanzioni, riducendo la produzione, unendosi a concorrenti stranieri o vendendo veicoli elettrici in perdita".
Nel frattempo, nella mattinata di oggi, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha adottato un decreto con 500 milioni di incentivi alle imprese dell'automotive e di altre filiere produttive strategiche attraverso contratti di sviluppo. La misura era stata illustrata dal ministro Urso al Tavolo Stellantis. L'intervento di Mario Cianflone, Sole24Ore ai microfoni di Sebastiano Barisoni.

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Consigli e previsioni per gli investimenti finanziari del 2024. Grazia Mirti, una delle massime esperte di astrologia finanziaria, autrice di Investire con gli astri edito dal Sole 24 Ore nel 1999. Nel 1999 Grazia Mirti annunciava da lì a breve la fine del ciclo espansivo legato al nodo lunare in leone e affermava il punto di massima debolezza, segnalato tra il 2008 e il 2009. Giovanni Tamburi, presidente e ad di TIP, Tamburi Investment Partners, società quotata a Piazza Affari.

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