Player FM - Internet Radio Done Right
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Вміст надано Antonio and Antonio Quaglietta. Весь вміст подкастів, включаючи епізоди, графіку та описи подкастів, завантажується та надається безпосередньо компанією Antonio and Antonio Quaglietta або його партнером по платформі подкастів. Якщо ви вважаєте, що хтось використовує ваш захищений авторським правом твір без вашого дозволу, ви можете виконати процедуру, описану тут https://uk.player.fm/legal.
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Подкасти, які варто послухати
РЕКЛАМА
Squid Game is back—and this time, the knives are out. In the thrilling Season 3 premiere, Player 456 is spiraling and a brutal round of hide-and-seek forces players to kill or be killed. Hosts Phil Yu and Kiera Please break down Gi-hun’s descent into vengeance, Guard 011’s daring betrayal of the Game, and the shocking moment players are forced to choose between murdering their friends… or dying. Then, Carlos Juico and Gavin Ruta from the Jumpers Jump podcast join us to unpack their wild theories for the season. Plus, Phil and Kiera face off in a high-stakes round of “Hot Sweet Potato.” SPOILER ALERT! Make sure you watch Squid Game Season 3 Episode 1 before listening on. Play one last time. IG - @SquidGameNetflix X (f.k.a. Twitter) - @SquidGame Check out more from Phil Yu @angryasianman , Kiera Please @kieraplease and the Jumpers Jump podcast Listen to more from Netflix Podcasts . Squid Game: The Official Podcast is produced by Netflix and The Mash-Up Americans.…
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Ricomincio da me è il podcast di evoluzione personale.
Un podcast dedicato a chi vuole aumentare consapevolezza e libertà per accrescere il proprio benessere. Un percorso di scoperta per conoscere meglio te stesso ed esprimere il tuo potenziale.
Ogni puntata mira a sviluppare i quattro elementi fondamentali per una vita gioiosa: consapevolezza, responsabilità, probelm solving e comunicazione efficace con se e con gli altri.
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Nella scorsa diretta abbiamo visto come spesso i nostri comportamenti attuali siano legati a ferite del nostro bambino interiore. In questa puntata abbiamo approfondito cosa possiamo fare per occuparci del nostro bambino. I sistemi di difesa che attiviamo oggi sono spesso una risposta alle esperienze che abbiamo vissuto nel passato, specialmente durante l’infanzia. Questi meccanismi diventano filtri inconsapevoli che influenzano il nostro modo di vivere le relazioni nel presente. Come capire quando è il bambino interiore ad agire? Il modo più diretto per scoprirlo è osservare le nostre reattività. Quando ci sentiamo feriti, incompresi, rifiutati o reagiamo in modo impulsivo, spesso è il nostro bambino ferito a prendere il comando. Ci sono delle tecniche per entrare in contatto, educare e guarire il bambino interiore Meditazione sul respiro: crea uno spazio di silenzio e presenza per incontrare il bambino interiore, senza giudizio. Scrittura di una lettera al bambino: l’adulto scrive al bambino ferito, lo ascolta, lo ringrazia, lo rassicura. È un atto di riconciliazione e cura. Dialogo allo specchio: guardarsi negli occhi e pronunciare frasi positive rivolte al proprio sé bambino: "Ti vedo, ti ascolto, ti proteggo". Linea temporale dell’infanzia: tracciare le tappe più importanti della propria infanzia e dare un punteggio emotivo a ciascun momento per individuare i traumi e le ferite più significative. Stabilire confini interni: chiedersi: Cosa non è più accettabile nella relazione con me stesso? Imparare a dire "no" alle vecchie dinamiche autodistruttive. Diario riflessivo: scrivere ogni giorno per ascoltarsi, riconoscere emozioni, pensieri ricorrenti, bisogni nascosti. Che fare, allora? Agire ora! È il momento di diventare noi stessi i genitori delle nostre parti più vulnerabili. Quelle che hanno ancora bisogno di amore, protezione, ascolto. Solo così possiamo liberarci dai vecchi schemi e iniziare a vivere una vita più consapevole e autentica. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 349 - Guarire il Bambino Interiore: ritrova la tua libertà emotiva 1:04:14
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Ti è mai capitato di farti queste domande: perché continuo a sabotare le mie relazioni? Perché ripeto sempre gli stessi errori, anche quando penso di aver imparato la lezione? Questo è spesso legato al nostro bambino interiore e alle sue ferite. Molte persone iniziano un percorso terapeutico per affrontare ferite profonde che risalgono all’infanzia. Anche se non possiamo cambiare ciò che è successo in passato, possiamo prenderci cura di quella parte vulnerabile e fragile dentro di noi: il nostro bambino interiore. È lì che risiedono i nostri primi condizionamenti, le esperienze originarie che hanno modellato il nostro modo di percepire il mondo e di relazionarci agli altri. Quando questo bambino interiore prende il sopravvento, può sembrarci un nemico, un sabotatore che ci spinge a comportarci in modi che ci feriscono o ci fanno soffrire. Ma come possiamo riconoscere quando è lui a parlare o ad agire? In apparenza, le nostre relazioni sembrano tra adulti. In realtà, molto spesso, sono dinamiche tra due parti bambine che si incontrano, si attraggono e si scontrano. Le ferite passate si riattivano nei legami presenti, e i comportamenti che oggi mettiamo in atto possono essere un indizio prezioso per risalire a quelle ferite originarie. Riconoscerle è il primo passo per iniziare a guarire. Ci sono alcuni segnali chiari che ci aiutano a capire quando è il nostro bambino interiore a reagire: Reazioni sproporzionate rispetto alla situazione reale: ci sentiamo colpiti nel profondo anche da piccoli gesti o parole. Paura dell’abbandono e bisogno ossessivo di controllo nelle relazioni: temiamo di essere lasciati, abbiamo bisogno continuo di rassicurazioni e viviamo il legame in modo centrato su noi stessi. Autocritica eccessiva: dentro di noi risuona una voce severa, che ci giudica costantemente. Perfezionismo: cerchiamo di essere sempre impeccabili nel tentativo (inconscio) di ottenere amore, approvazione e sicurezza. Tendenza a mettere i bisogni degli altri prima dei nostri: cerchiamo di essere "bravi" per non perdere l’affetto degli altri. Anche il corpo parla e ci indica quando è il bambino interiore a reagire: tensioni croniche, disturbi del sonno, ipersensibilità emotiva sono segnali fisici del bambino ferito. Le emozioni sono così intense che facciamo fatica a gestirle. Il corpo reagisce a questi "trigger" emotivi, spesso legati a esperienze passate che non abbiamo mai realmente elaborato. Tutti noi abbiamo bisogni primari fondamentali: essere visti, riconosciuti, amati, sentirci al sicuro. Se questi bisogni non sono stati soddisfatti durante l’infanzia, il bambino dentro di noi ha dovuto trovare strategie per adattarsi e sopravvivere. Queste strategie – come negare la sofferenza, reprimere le emozioni, costruire una maschera – si fissano nel subconscio. E anche se oggi, da adulti, non ci servono più, continuiamo ad agire secondo quei vecchi schemi, inconsapevolmente. Allora, cosa possiamo fare? Dobbiamo diventare noi i genitori del nostro bambino interiore. Significa imparare ad ascoltarlo, proteggerlo, educarlo con amore. Non per reprimere ciò che prova, ma per aiutarlo a sentirsi finalmente al sicuro. Solo così possiamo interrompere il ciclo della ripetizione e costruire relazioni più sane, autentiche e consapevoli. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 348: Distacco emotivo: creare spazio senza chiudere il cuore 1:02:26
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Il distacco viene spesso percepito come qualcosa di negativo, un’emozione da evitare. Tuttavia, essere distaccati non significa non provare emozioni. Anzi, quando ci allontaniamo da noi stessi, ciò che spesso sperimentiamo è stress. Di fronte a emozioni intense, tendiamo a reagire in due modi: o esplodiamo o ci chiudiamo. Queste sono reazioni automatiche che indicano una mancanza di presenza e consapevolezza. In quei momenti, non siamo davvero connessi a noi stessi: agiamo per impulso, senza comprenderci. Esistono però due forme di distacco: una sana e una difensiva. Il distacco sano non è evitamento. È la capacità di osservare ciò che accade dentro di noi, di riconoscere l’emozione, darle un nome e lasciarla fluire. Osservare significa essere presenti, prendersi una pausa per ascoltarsi. Dare un nome alle emozioni è un passaggio essenziale per affrontare ciò che viviamo. Solo così possiamo lasciar andare, senza restare aggrappati a ciò che proviamo. Al contrario, il distacco difensivo ci spinge a evitare. È ciò che ci porta a bloccare o anestetizzare le emozioni, a rimandare l’incontro con il nostro sentire. Questo tipo di evitamento è spesso alla base del nostro malessere: soffriamo perché ignoriamo o non riconosciamo ciò che proviamo. Ma cosa succede se impariamo a praticare un distacco emotivo sano? Tra i principali benefici ci sono una maggiore capacità di autoriflessione e la possibilità di stabilire confini più chiari e rispettosi, sia verso gli altri che verso noi stessi. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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Accettare la paura e accrescere il benessere è possibile e può essere anche semplice. Il nostro ego però reagisce come può per ripristinare il sistema facendoci sentire sbagliati e procurandoci sensi di colpa e di inadeguatezza. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 346 - Problemi di coppia e inganni dell'ego 1:02:54
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Che cos'è l'amore e come la coppia dovrebbe funzionare? Le relazioni tossiche in amore, come funzionano? Crisi di coppia come superarla? Come uscire da un amore malato? Queste domande sono sempre più frequenti come lo sono le crisi di coppia di cui la psicologia si occupa. In questa diretta vediamo come la psicologia di coppia cerca di fornire strumenti utili a trovare le proprie risposte. Nessuno può sapere per certo che cos'è l'amore e come la coppia dovrebbe funzionare perché questo dipende da molti fattori e dai meccanismi relazionali specifici di una relazione. Si può però capire come superare la crisi di coppia, se una relazione d'amore è tossica e se siamo vittime di un amore malato. Spesso viviamo relazioni tossiche in amore come in famiglia o crisi di coppia passeggere o durature che non sappiamo come superare. Questo nasconde gli inganni dell'ego.Ignoriamo che la sensazione di insoddisfazione e i problemi nelle relazioni di coppia, la rabbia e la tristezza che si scatenano quando viviamo relazioni tossiche in famiglia, sono frutto della nostra inconsapevolezza relazionale. Ingannati dal nostro ego tendiamo solo ad accusare l'altro senza riuscire a guardare a noi. Conoscere i meccanismi relazionali del nostro ego può condurci verso relazioni armoniche e soddisfacenti. Vediamo insieme come funzionano i nostri meccanismi relazionali nella coppia. La coppia spesso scoppia perché non conosciamo noi stessi e l'altro. La psicologia delle relazioni e soprattutto la psicologia di coppia ci mostra come migliorare la relazione ma soprattutto come riconoscere i sintomi di un amore malato. Ecco come si supera la crisi di coppia: spesso la terapia di coppia si basa proprio sul percorso qui descritto, sull'individuazioni delle dinamiche e dei meccanismi relazionali che ognuno dei due porta nella relazione di coppia e che creano poi i problemi della coppia. Un lavoro psicologico e terapeutico, della coppia in crisi, prevede infatti la consapevolezza di se stessi, del partner e della coppia che abbiamo formato. Ci vuole la convinzione e la voglia di prendere i problemi di coppia come la spia che ci dice che c'è una crisi di coppia da superare per crescere insieme. Si può uscire dalle relazioni tossiche in amore se riconosciamo i meccanismi che hanno prodotto questo amore malato. Nella coppia si hanno diverse idee sull'amore e su come la coppia dovrebbe funzionare. La coppia inizia ad andare in conflitto e la relazione diventa tossica proprio per le diverse idee, esperienze, immagini, convinzioni sull'amore e su come la coppia funziona che i due partner hanno dentro e non portano a consapevolezza. Come risolvere una crisi di coppia? Che fare in una relazione ormai tossica? Come uscire da un amore malato? Per lo psicologo di coppia queste domande non hanno in realtà una semplice risposta. Una coppia in crisi può essere una coppia che scoppia o una coppia in crisi che vuole evolvere e solo l'analisi dei meccanismi relazionali in atto può fornirci una ipotesi per una terapia di coppia che produca risultati. Lo psicologo che si occupa della coppia sa bene che la coppia in crisi non è un amore malato da salvare ma una relazione tossica da far evolvere. In questo video vediamo come la partendo dalla conoscenza di se, dalla consapevolezza dei propri meccanismi relazionali e delle dinamiche relazionali del partner e della coppia si può creare una nuova relazione sentimentale che evolva da relazione tossica a relazione nutriente, più armonica e funzionale. Ecco come risolvere la crisi di coppia, vedendo i problemi specifici che sorgono e sfruttandoli per aumentare la consapevolezza di se, dell'altro e della coppia. Sei disposto a farlo? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 345 - Relazioni insoddisfacenti: come riconoscerle, uscirne e coltivare relazioni sane 23:56
Hai mai vissuto una relazione insoddisfacente? Che si tratti di una relazione di coppia, di amicizia o sul lavoro, è un’esperienza comune.Ma come possiamo identificare e affrontare queste situazioni? Ecco cinque punti chiave, con riflessioni e pratiche utili. Il Ciclo della Speranza Infinita: le relazioni insoddisfacenti spesso si basano su un meccanismo ripetitivo: speranza, delusione, giustificazione. Si entra in una relazione con aspettative positive, ma si finisce per accettare comportamenti inadeguati, giustificando continuamente l’altro e sperando che le cose cambino. Pratica concreta: osserva quante volte giustifichi comportamenti che ti deludono. Domandati: “Sto aspettando che le cose cambino senza basi concrete?”. Immagina di innaffiare una pianta secca: se non ci sono radici sane, non crescerà mai. 2. Radici dell’Infanzia: molti schemi disfunzionali nascono durante l’infanzia. Da bambini, impariamo a giustificare genitori distanti o anaffettivi come meccanismo di sopravvivenza. Da adulti, riproduciamo inconsciamente questi comportamenti nelle relazioni. Pratica concreta: quando giustifichi qualcuno, chiediti: “Cosa mi ricorda della mia infanzia?”. Identifica eventuali somiglianze tra il comportamento attuale e quello vissuto da bambino. Ricorda: oggi sei adulto, e puoi scegliere di interrompere questo schema. 3. La Falsa Concezione dell’Amore: l’idea di “amore” e “relazione” si forma nell’infanzia, influenzata dall’ambiente familiare. Se abbiamo visto lotte, tradimenti o giustificazioni continue, tendiamo a considerare queste dinamiche come normali. Pratica concreta: scrivi una lista delle caratteristiche di una relazione sana secondo te. Sii sincero: se pensi che litigi o tradimenti siano normali, includili. Analizza questa lista e chiediti se rispecchia la tua esperienza passata o i tuoi desideri attuali. 4. Il Coraggio di Lasciare Andare: la paura della perdita spesso supera il desiderio di migliorare. Questo ci spinge a restare in relazioni insoddisfacenti, anche quando non ci portano alcun beneficio. Pratica concreta: valuta oggettivamente la tua relazione attuale: i tuoi bisogni sono soddisfatti? Fai una lista delle volte in cui hai sperato in un cambiamento senza risultati. Immagina la relazione come una casa che crolla: meglio uscire subito che restare intrappolati. 5. Abbracciare Relazioni Sane: cambiare significa uscire dalla zona di comfort, anche se questa comfort zone è fatta di conflitti e abitudini tossiche. Le relazioni sane potrebbero sembrarti “noiose” all’inizio, ma sono il punto di partenza per un vero benessere. Pratica concreta: identifica nella tua vita persone gentili, rispettose e tranquille. Dedica loro più tempo ed energia, anche se inizialmente non ti attraggono come altre relazioni. Pensa alle relazioni sane come a una lingua nuova: richiede pratica, ma il risultato vale lo sforzo. Le relazioni insoddisfacenti ci intrappolano in schemi che spesso derivano dal nostro passato. Riconoscere questi cicli, riflettere sulle loro radici e impegnarsi per abbracciare relazioni sane è un percorso di crescita personale. Inizia oggi con piccoli passi: osserva, analizza e scegli il tuo benessere. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 344: Comunicazione consapevole: il potere nascosto delle parole 1:03:44
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Le parole hanno un potere enorme, ma spesso non ne siamo consapevoli e le usiamo in modo distratto o dannoso. La comunicazione oggi, soprattutto tramite messaggistica, riduce l’efficacia del linguaggio perché manca il confronto diretto e il feedback immediato, legato alla presenza e alla comunicazione faccia a faccia con tutto quello che è ad essa collegato. Questo può portare a incomprensioni e ferite, perché non vediamo l’impatto delle nostre parole sull’altro. Il linguaggio è uno strumento potente che rivela la nostra interiorità e può creare connessione oppure distanza. Per questo, è fondamentale dare attenzione all’ascolto: spesso non ci sentiamo ascoltati, e questo ci fa soffrire. L’ascolto autentico è raro e difficile, ma necessario per relazioni sane. Le forme di "non ascolto", come il pilota automatico o il pensare di sapere già tutto, generano solitudine e sofferenza. Per migliorare la comunicazione, dobbiamo fare un "controllo di qualità" delle nostre parole: usarle con consapevolezza, intenzione pacifica e verità. Le parole "disarmate" non solo disinnescano l’aggressività, ma ci aiutano anche a purificare noi stessi e a costruire pace nelle relazioni. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 343 - Trasforma le sfide in crescita: il viaggio dell'eroe 1:13:15
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Ti è mai capitato di sentire di essere davanti ad una svolta nella tua vita e di non sapere da dove iniziare? Tutta la nostra vita è, in fondo, la narrazione che ci raccontiamo giorno dopo giorno. Viviamo immersi in una trama che dà senso agli eventi e alle scelte che compiamo. Ma da dove nasce questa narrazione universale? Joseph Campbell, con il suo lavoro sul "Viaggio dell’Eroe", ha scoperto che esiste una struttura narrativa comune a tutte le culture. Una sorta di mappa interiore che riflette le dinamiche fondamentali del nostro mondo interno. Questa struttura si articola in otto tappe fondamentali, che ognuno di noi, consapevolmente o meno, attraversa nel corso della propria vita. La Vita Ordinaria: è il punto di partenza: ciò che conosciamo, la nostra zona di comfort. Una realtà che offre sicurezza e stabilità, ma che allo stesso tempo può diventare limitante. Dentro di noi convivono due forze opposte: da un lato, il desiderio di restare dove tutto è noto e prevedibile, legato al bisogno di sicurezza. Dall’altro, una spinta inquieta verso il cambiamento, alimentata da un senso di insoddisfazione o da una domanda profonda: "È tutto qui?" Questa tensione segna il preludio alla fase successiva. La Chiamata all’Avventura: qualcosa rompe l’equilibrio della vita ordinaria: può essere una crisi, una perdita, un’intuizione improvvisa, o anche solo una stanchezza sottile ma persistente. Non è solo un cambiamento esterno: è una parte di noi che vuole nascere. Un impulso interno che ci spinge oltre i confini conosciuti. Il Rifiuto della Chiamata: la prima reazione, spesso, è la paura. L’attaccamento a ciò che conosciamo ci trattiene: temiamo di perdere ciò che abbiamo. L’esitazione prende il sopravvento: molti restano fermi per anni, sostenuti da scuse razionali come "Non ho tempo". Ma la chiamata persiste. A volte cambia forma, ma continua a bussare. L’Incontro con il Mentore: a un certo punto, arriva un aiuto. Qualcuno o qualcosa che ci offre una nuova prospettiva. Il mentore non sempre è una persona: può essere un libro, un’intuizione, un sogno, un segno. Il suo ruolo non è darci risposte, ma accendere una luce, mostrarci che un altro cammino è possibile. L’Attraversamento della Soglia: è il momento in cui diciamo sì alla chiamata. Accettiamo la sfida, riconosciamo le nostre paure e lasciamo il vecchio mondo alle spalle. Con questo passo, la nostra energia e vitalità aumentano: inizia davvero il viaggio. Prove, Alleati e Nemici: nel nuovo mondo incontriamo ostacoli, ma anche compagni di viaggio. Le prove che affrontiamo sono lezioni: ci insegnano, ci modellano, ci rafforzano. Accanto a noi ci sono alleati — amici, guide, persone che ci sostengono — e nemici, che spesso rappresentano le nostre resistenze interne. Con ogni sfida, cresciamo. Avvicinamento alla Caverna Più Profonda: è il punto centrale del viaggio. Qui risiedono sia il nostro più grande potere, sia le nostre paure più profonde. Entrare in questa caverna significa affrontare ferite antiche, verità nascoste, parti di noi che abbiamo evitato. Solo affrontando ciò che temiamo possiamo trasformarci davvero. La trasformazione avviene dentro, e richiede il coraggio di guardare in profondità. La Ricompensa e il Ritorno: dopo aver affrontato la caverna, ne usciamo con un dono. È una nuova comprensione di noi stessi, un senso di pace, una nuova identità. Siamo trasformati. Quello che abbiamo imparato non è solo per noi: è un dono che possiamo condividere con gli altri. Il ritorno segna un nuovo inizio, ma anche la consapevolezza che ci saranno altre chiamate, altri viaggi, altri cicli. Ogni ricompensa porta con sé la responsabilità di usarla al servizio del mondo. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 342 - Il corpo ti parla, ma tu lo ascolti? 1:03:04
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Il corpo ti parla, ma tu lo ascolti? Cosa si nasconde dietro il dolore nel corpo? Ne abbiamo parlato in diretta con Daniela Campolmi. Spesso pensiamo al dolore e alla malattia come nemici da combattere, ostacoli da eliminare il prima possibile. Ma cosa accadrebbe se iniziassimo a guardarli con occhi diversi, come segnali preziosi che il nostro corpo ci invia per raccontarci qualcosa? Il dolore non è semplicemente un malfunzionamento da correggere, ma una modalità attraverso cui il nostro organismo ci parla, una forma di comunicazione che merita ascolto e comprensione. Il corpo umano non è composto solo da materia fisica: accanto alla dimensione tangibile dei muscoli, degli organi e delle ossa, esiste anche una parte più sottile, più astratta, fatta di emozioni, pensieri, esperienze e vissuti interiori. Questi due aspetti – fisico e psico-emotivo – sono profondamente intrecciati. Il corpo, infatti, non reagisce soltanto a stimoli esterni o a traumi visibili, ma anche a ciò che viviamo interiormente: stress, paura, rabbia, tristezza, traumi non elaborati, conflitti nascosti. Ogni emozione trattenuta può lasciare un’impronta nel corpo, fino a trasformarsi in un sintomo. Il dolore e la malattia, quindi, non sono mai qualcosa che il corpo genera “contro” di noi. Al contrario, sono un tentativo di adattamento, un campanello d’allarme, un invito ad andare più a fondo. Ogni sintomo ha un significato, ogni disagio fisico porta con sé un messaggio. Non si tratta solo di "curare" il dolore, ma di decifrarlo, di comprenderne le radici, per poter davvero guarire. Il corpo ci parla continuamente: imparare ad ascoltarlo è il primo passo per ristabilire un equilibrio autentico tra mente, corpo e spirito. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 341 - Libertà da automatismi e dipendenza 1:01:51
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Ognuno di noi ha le proprie dipendenze. Ma come funziona la dipendenza? La dipendenza ha una struttura ben precisa ed è legata al circuito della gratificazione: abbiamo una parte del nostro cervello che gestisce la gratificazione, la ricompensa, per certi comportamenti in modo da promuoverli. Questa parte dà un rinforzo al piacere. La finalità più intrinseca è la conservazione della specie. Abbiamo però anche un’altra parte del cervello, la corteccia prefrontale, più evoluta, che è preposta alla valutazione e previsione delle conseguenze, una specie di supervisore. Il terzo elemento della struttura psichica della dipendenza a cui prestare attenzione è il craving, ovvero il desiderio smodato irresistibile di una esperienza, che leghiamo ad una sostanza, ad un comportamento, ad una persona. Il craving si gestisce imparando a riattivare la coscienza. In particolare, quando parliamo di dipendenze si attiva in modo più forte il circuito della gratificazione/piacere e si abbassa l’attivazione della valutazione: so che qualcosa che mi farà male ma non riesco a non farla e non riesco a valutare correttamente se ci sono eventuali rischi nel farlo, né a gestire il craving. Ma come fa il piacere a superare il controllo del supervisore? Lo fa attraverso delle convinzioni che diventano inconsce e bypassano il livello della coscienza. Come possiamo uscire da una dipendenza? Ecco alcuni passi che ci possono aiutare ad uscire dalla dipendenza: • Decisione: non si esce da una dipendenza se non si vuole farlo. Se non c’è la volontà di farlo, un preciso atto di volontà, non si può uscire dalla dipendenza. • Allenarsi al presente: creare una nuova abitudine che ci riporti nel presente. • Estrarre le convinzioni (senza giudizio): trovare il pensiero che c’è dietro l’azione che abbiamo compiuto spinti dal piacere/gratificazione. Non si può fare se sprechiamo la nostra energia nel giudizio. È necessario scrivere le nostre convinzioni per poterci lavorare. • Indagare le convinzioni: una volta estratte le convinzioni, possiamo farci questa domanda: questa convinzione, questo pensiero, è vero? Bisogna, sempre sospendendo il giudizio, semplicemente indagare le nostre convinzioni per potare a coscienza le cose inconsce e poterci finalmente lavorare consapevolmente. E tu, come gestisci la dipendenza? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 340 - Come uscire dalle dipendenze 1:06:47
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Ognuno di noi ha le proprie piccole dipendenze. Ma perché è così importante lavorarci su? Poiché cambiando la comprensione che abbiamo dei nostri fenomeni interni, di come funzionano alcuni meccanismi interni, possiamo cambiare i nostri comportamenti. Liberarsi dalle dipendenze vuol dire liberarsi da qualcosa che ci ruba la vita. Vuol dire iniziare a lavorare sul come ci procuriamo il nostro malessere. La dipendenza è una struttura di pensiero che si basa sul sistema della gratificazione. Il sistema della gratificazione regola il piacere e permette al nostro cervello di apprendere nello specifico qualcosa di evolutivo per poterlo ripetere. Provando piacere, non fine a se stesso, ma finalizzato a registrare ciò che ci porta all’esperienza, c’è un apprendimento che motiva a ripetere l’esperienza. Quando c’è una dipendenza questo sistema viene alterato in maniera artificiale. Quando il sistema è naturale, lo schema è provo piacere - lo voglio; quando il sistema è dipendente, lo voglio, ma non c’è piacere, che viene sostituito dal craving, dal desiderio smodato. A forza di provare quel tipo di piacere, si crea tolleranza e quindi avrò bisogno di più per avere lo stesso piacere. E allo stesso tempo proviamo meno piacere nelle attività che facciamo normalmente. Nella dipendenza l’oggetto da cui siamo dipendenti diventa l’unica fonte di piacere. L’obiettivo è riequilibrare la chimica del cervello. Come possiamo ritornare all’equilibrio? Per riequilibrarsi innanzitutto ci vuole il riconoscimento di quello che sta succedendo. È un processo, un percorso. Poi bisogna decidere di uscirne e ci vuole la volontà di farlo; il passo successivo è allenarsi al presente e a staccarsi dai propri pensieri; il passo seguente è trovare ed estrarre le proprie convinzioni; infine indagare le proprie convinzioni. Uno degli aspetti fondamentali per poter uscire dalle dipendenze è avere una rete sociale: la condivisione è fondamentale. Qual è la tua dipendenza? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 339 - I nuovi inizi: il potere della rinascita interiore 1:05:15
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Cosa è la rinascita? Cosa vuol dire rinascere? Rinascere implica, prima di tutto, morire a noi stessi. Ma cosa significa realmente morire? Morire a se stessi vuol dire lasciare andare. E lasciare andare non è semplice: l'ego si oppone con forza, perché non vuole rinunciare a convinzioni, relazioni, sicurezze, certezze. Lasciare andare richiede coraggio, perché abbiamo paura di perdere ciò a cui siamo attaccati. Eppure, è necessario accettare che tutto è impermanente. Solo attraverso questa accettazione può avvenire una vera trasformazione, un autentico cambiamento. Spesso desideriamo cambiare, ma senza affrontare quella "morte" interiore che il cambiamento stesso richiede. Tuttavia, non esiste rinascita senza passare attraverso questo processo. E soprattutto, la rinascita non è mai un ritorno: l’evoluzione esige di procedere in avanti, senza voltarsi indietro. L’atto più rivoluzionario della resurrezione è essere pienamente presenti. Fermare il trambusto, concentrarsi sul respiro, vivere intensamente il momento, senza lasciarsi dominare dalla mente. Spesso immaginiamo la rinascita come qualcosa di teatrale, spettacolare, simile a una vittoria clamorosa. In realtà, la rinascita avviene nel silenzio, nella cura, nella pazienza. Si rinasce quando si riesce a stare nel silenzio, a restare ancorati al respiro, a percepire quel silenzio interiore che va oltre la mente e il rumore del mondo. La rinascita non si può progettare né forzare: si può solo permettere. Per rinascere occorre abbandonare la pretesa di capire tutto, affidarsi al flusso della vita, coltivare la pazienza e l’ascolto, soprattutto verso se stessi. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
In questa dirette parleremo di quanto l'inconscio decida per noi. Parlare di questo tema è molto attuale, molto utile e anche un poò controverso perchè va a toccare un modo molto profondo a cui il nostro inconscio, e sopratutto il nostro piccolo amico ego, è molto sensibile. Il tema che tratteremo in questo video è quello delle doverizzazioni, molto semplicemente parleremo di tutto ciò che crediamo di dover fare. Questo è un tema fondamentale nella nostra vita ed è un tema che tutti gli approcci psicologici, tutti gli approcci all'umano, in modi a volte molto diversi, trattano, perchè rimanda ai primi imprinting familiari, alla nostra famiglia d'origine, ma rimanda anche al rapporto con Dio e con l'infinito e quindi si rispecchia nel rapporto con noi stessi e con gli altri. Con il verbo DEVO andiamo a toccare in modo molto profondo, dentro di noi, un tema che si rifà anche alla logica sacrificale, a quella che storicamente tutti conosciamo per i sacrifici agli dei, cioè se io offro qualcosa, se faccio qualcosa avrò delle conseguenze positive, se non lo faccio avrò delle conseguenze negative. Cosa deriva dall'idea dell'obbligo? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 337 - Muoversi per evolvere come: l' attività fisica trasforma corpo e mente 1:04:43
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In questo video abbiamo approfondito il legame tra movimento ed evoluzione personale. L’ospite, Angelo La Placa, personal trainer e counselor, abbiamo visto come l’allenamento fisico e la crescita personale hanno molte somiglianze: entrambi sono processi di ascolto di sé, richiedono disciplina, continuità e perseveranza, e nessuno può farli al posto nostro. La palestra, come il lavoro interiore, è un percorso che si costruisce nel tempo e che porta benefici solo se affrontato con dedizione e costanza. Ma perché molte persone abbandonano la palestra o un percorso di crescita personale? Secondo Angelo, il motivo principale è la mancanza di un’intenzione chiara e di una motivazione forte. Se una persona non ha un obiettivo profondo, difficilmente riuscirà a mantenere la costanza. Alcuni iniziano con motivazioni temporanee, come rimettersi in forma per un evento specifico, ma spesso smettono appena raggiunto l’obiettivo. Al contrario, chi sviluppa un legame più profondo con il proprio corpo e la propria salute riesce a trasformare l’allenamento in una parte integrante della vita. Un altro punto importante della discussione è l’importanza del movimento con l’avanzare dell’età. Angelo sottolinea come oggi molte persone anziane frequentino la palestra non solo per mantenersi in forma, ma anche per socializzare e vivere meglio. Il movimento diventa un mezzo per invecchiare più lentamente e in modo più sano, prevenendo problemi di salute e mantenendo un buon livello di energia e vitalità. Il movimento non è solo un’attività fisica, ma un vero e proprio strumento di crescita personale. Se affrontato con il giusto intento e con costanza, può portare benefici profondi a livello fisico, psicologico ed emotivo, migliorando la qualità della vita a qualsiasi età. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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Nella scorsa diretta abbiamo visto che stress e paura sono reazioni fisiologiche a stimoli dell'ambiente in cui ci troviamo, ai nostri pensieri e al modo in cui ci relazioniamo ad essi. In questa diretta abbiamo continuato a parlare di come poter gestire al meglio stress e paura utilizzando un metodo paradossale: sottoporci ad essi volontariamente. La paura e lo stress fanno parte della vita, ma quando non impariamo a gestirli, rischiano di diventare cronici e condizionarci ogni giorno. Ma cosa significa davvero affrontare le proprie paure? E, soprattutto, come si fa? Spesso il vero problema non è la paura in sé, ma l’evitamento: più evitiamo ciò che ci spaventa, più quella paura prende il controllo su di noi. Fortunatamente, esistono diversi modi per affrontarla, e ognuno può trovare la strategia più adatta a sé: Esposizione graduale per chi ha bisogno di avvicinarsi alla paura un passo alla volta Tecniche immaginative per chi riesce a elaborare le paure nella mente prima di affrontarle nella realtà Narrazione e simbolizzazione, per dare una forma concreta alle proprie paure Mindfulness e consapevolezza, per imparare a osservare la paura senza lasciarsene travolgere Ma c’è un aspetto fondamentale: la paura non è mai nel presente. La nostra mente proietta immagini drammatiche che spesso non corrispondono alla realtà. È per questo che dobbiamo distinguere le paure utili, che ci proteggono da un pericolo reale (come l’altezza o il fuoco), da quelle dannose, come la paura del giudizio degli altri, che spesso ci impediscono di vivere pienamente. Come capire quando una paura ci sta bloccando? Chiediti: “Questa paura cosa mi sta impedendo di fare?” Se la risposta è che ti sta togliendo più di quanto ti sta dando, allora è arrivato il momento di affrontarla. E qui entra in gioco il coraggio. Molti pensano che essere coraggiosi significhi non avere paura, ma non è così. Il coraggio è la capacità di agire nonostante la paura. Ed è qualcosa che possiamo allenare. Basta evitare la paura! Comincia ad affrontarla e l'attraverserai fino a superarla! Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 335 - Stress e paura: un metodo per trasformarli in forza 1:06:28
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La paura e lo stress sono reazioni fisiologiche del nostro organismo, attivate da stimoli ambientali. Ma da dove hanno origine? La paura è una risposta del sistema nervoso che coinvolge sia cambiamenti fisici (battito cardiaco accelerato, pupille dilatate) sia aspetti cognitivi (pensieri e ricordi). L’amigdala svolge un ruolo chiave nell’elaborazione della minaccia, fornendo informazioni basate sulle esperienze passate. Per poter superare il meccanismo di risposta automatica possiamo agire sulla nostra memoria e imparare a rispondere in modo più adeguato agli stimoli esterni. Uno stimolo inizialmente neutro può diventare fonte di paura se associato a un’esperienza negativa. Questo processo può portare a risposte automatiche che, se non gestite, rischiano di diventare croniche. Tuttavia, è possibile allenarsi alla gestione dello stress e della paura esponendosi volontariamente a questi stimoli per brevi periodi ogni giorno. Volontariamente e consapevolmente ci esponiamo allo stress e alla paura, in condizioni di sicurezza, per arrivare ad imparare a gestirle. Una delle strategie più efficaci per affrontare la paura è la narrazione, preferibilmente scritta. Scrivere consente di rielaborare e dare un nuovo significato agli eventi, portando alla luce ciò che spesso resta nascosto nell’inconscio. Questo processo aiuta a mettere ordine nei pensieri e a ridurre l’impatto emotivo della paura. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 334 - Cibo e Ormoni: Come l'alimentazione influenza il tuo benessere 1:14:45
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Sai davvero quanto il cibo influisce sul tuo benessere? Quello che mangiamo influenza energia, umore, sonno e persino il modo in cui reagiamo allo stress. Alimentazione e benessere, infatti, sono più legati di quanto pensiamo! In questo video abbiamo parlato proprio dell’importanza dell’alimentazione per il benessere fisico e psicologico, con un focus sugli ormoni. Ospite della trasmissione è Manuela delle Noci, medico endocrinologo. La dott.ssa Delle Noci ha spiegato che gli ormoni sono segnali chimici che regolano molte funzioni vitali, come metabolismo, crescita, riproduzione e risposta allo stress. Il loro equilibrio è influenzato da diversi fattori, tra cui alimentazione, stile di vita e ambiente circostante. L’ipofisi, governata dall’ipotalamo, riceve segnali dal corpo e regola le ghiandole endocrine, tra cui tiroide, surreni e pancreas. L’alimentazione può correggere squilibri ormonali, migliorando la qualità della vita. Tuttavia, l’ambiente moderno spesso crea stress e stimoli che il nostro sistema endocrino interpreta come minacce, scatenando reazioni fisiologiche non sempre utili. Per questo, è essenziale adottare uno stile di vita consapevole, che tenga conto dell’equilibrio tra corpo e mente. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 333 - Come riconoscere il narcisismo nelle relazioni 1:05:51
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Cosa è il narcisismo? Il narcisismo è un tratto, una subpersonalità, che ha uno sviluppo nel corso del tempo e comprende diversi livelli che partono da quello che è sano narcisismo (giusto amore e giusta visione di sé, visione ed ecologica-fa bene a me e agli altri) fino ad arrivare al disturbo narcisistico di personalità. Come riconoscere i tratti narcisistici in noi e negli altri? Ci sono alcuni segnali che possiamo imparare a conoscere per poter riconoscere il narcisismo nelle relazioni. Eccone alcuni: • Comunicazione unilaterale: parlo solo io e parlo di me. • Il bisogno di ammirazione: abbiamo bisogno di approvazione e la ricerchiamo continuamente. • Svalutazione degli altri: cerchiamo la grandezza sminuendo gli altri • No empatia e comprensione: mancanza di interesse per il vissuto dell’altro. • Manipolazione e coercizione: il segnale che siamo preda di una parte narcisista si manifesta nella mancanza di voglia e capacità di entrare in una relazione libera, vera e profonda, autentica, di connessione emotiva; per non entrare in una relazione vera scelgo la manipolazione o la coercizione. Quando usiamo la manipolazione o la coercizione siamo preda delle nostre parti narcisistiche. Non esiste la vittima ma esiste la codipendenza. Mancano i meccanismi di comunicazione, si esasperano i tratti narcisistici. Come rendersi conto di quanto è grave e sviluppato il tratto? Valutare • La frequenza e intensità dei comportamenti • E quanto è ecologico il comportamento Si tratta si supervisionare le parti interne ed educarle, dar loro il giusto spazio, senza lasciare alle parti piccole al comando. Possiamo distinguere due tipi di narcisismo: 1) Narcisismo grandioso: è caratterizzato da un senso di grandiosità e superiorità; ha una eccessiva autostima, domina le conversazioni parlando principalmente di se stesso; mostra esibizionismo e ricerca costante ammirazione e attenzione; mostra poca empatia e ha comportamenti arroganti e prepotenti. 2) Narcisismo vulnerabile: è caratterizzato da un senso di inadeguatezza e di insicurezza: ha una bassa autostima e di pende dall’approvazione degli altri; è ipersensibile alle critiche e al rifiuto; usa la manipolazione attraverso comportamenti passivo-aggressivi; manifesta difficoltà nelle relazioni intime. Entrambi i tipi di narcisismo sono forme di indisponibilità e incapacità ad una relazione vera intima e profonda. Vi è un meccanismo che il narcisista mette in atto, chiamato gaslighting. Consiste nel: • Negare eventi e conversazioni passate: mina il senso di realtà • Sminuire sentimenti e preoccupazioni • Creare confusione: menzogne e falsità. Inserendo qualcosa di non vero, aumenta la confusione. • Promuovere Isolamento sociale • Proiezione dei comportamenti negativi E tu, in quale di questi comportamenti sei caduto? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 332: INTELLIGENZA ARTIFICIALE. OPPORTUNITA' E RISCHI 1:14:36
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Quanto sei consapevole che la rivoluzione dell'intelligenza artificiale è in corso? L’Intelligenza Artificiale sta trasformando il nostro mondo a una velocità senza precedenti. Ma quali sono le opportunità reali? E quali i rischi che dobbiamo affrontare? Cosa è l’intelligenza artificiale? L'intelligenza artificiale cerca di riprodurre le capacità umane, ma in contesti diversi. Al suo interno racchiude molteplici aspetti e, senza rendercene conto, la utilizziamo già da anni nella nostra vita quotidiana. Oggi assistiamo a un uso sempre più diffuso dell’IA generativa, un ramo specifico che permette di creare da zero testi, musica, video e immagini. La vera rivoluzione, però, sta nell’integrazione del linguaggio naturale nelle applicazioni di uso comune: ora possiamo interagire con esse attraverso un’interfaccia conversazionale. Ma cosa significa tutto questo per l’intelligenza umana? C'è il rischio di un appiattimento delle nostre capacità? L’IA è senza dubbio un'innovazione che dobbiamo comprendere e affrontare. Le competenze restano essenziali per sfruttare al meglio questi strumenti: l’IA ci affianca, ma non ci sostituisce. Mantenere un pensiero critico è fondamentale, perché "spegnere il cervello" è una scelta personale. L’intelligenza artificiale sta davvero prendendo il nostro posto? No, non lavora al posto nostro, ma dipende da come scegliamo di utilizzarla. Che ruolo vogliamo darle? Vogliamo rimanere protagonisti attivi in questo cambiamento? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 331: Lascia andare i rimpianti: vivi il presente con serenità 1:04:47
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Ti sei mai sentito bloccato dal passato, come se i rimpianti ti impedissero di vivere appieno il presente? Spesso rimaniamo intrappolati in pensieri e schemi che ci ancorano, rendendo difficile affrontare il qui e ora con leggerezza. Cos’è un rimpianto? E un rimorso? Sono manifestazioni diverse di una stessa struttura psicologica. Il rimpianto riguarda ciò che abbiamo fatto o non fatto e che tocca direttamente noi. Il rimorso riguarda maggiormente l'altro. Quando ci soffermiamo su rimpianti o rimorsi, spostiamo il focus dal presente al passato. Questo spostamento non è necessariamente sbagliato: il rimpianto può essere utile come strumento di apprendimento e crescita personale. Tuttavia, dimorare nel rimpianto diventa dannoso. Invece di usare il rimpianto in modo costruttivo, spesso ci lasciamo travolgere da quello distruttivo, che alimenta sensi di colpa e ci blocca. Le aree più comuni a cui sono legati i nostri rimpianti includono: scelte di carriera (decisioni lavorative e professionali) relazioni personali (amori, amicizie, legami familiari) sviluppo personale (esperienze non vissute) decisioni legate alla salute (rimpianti relativi al benessere fisico e mentale) Come possiamo superare le convinzioni legate ai rimpianti? Esistono diverse tecniche per affrontarli. una di queste è il modello abc: a: evento scatenante b: interpretazione e pensieri legati all’evento c: reazioni emotive e comportamentali Attraverso il modello abc, possiamo ristrutturare il modo in cui interpretiamo i nostri rimpianti, trasformandoli in occasioni di crescita invece che in fardelli emotivi. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 330: Cosa Resta di Noi Dopo la Morte? Anima e Piani di Esistenza 1:18:03
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Ti sei mai chiesto/a cosa rimane di noi dopo la morte? Spesso ci soffermiamo a riflettere su questi interrogativi, senza riuscire a trovare risposte definitive. Viviamo la vita affidandoci ai nostri sensi, percependo il mondo entro i limiti delle frequenze che il nostro corpo fisico può cogliere. Ma i sensi hanno confini ben precisi. Quando ci spingiamo oltre questi limiti, oltre la fisicità del corpo, possiamo scoprire che la vita continua: siamo presenti in una realtà diversa, percepita attraverso sensi più sottili. In questa dimensione, incontriamo una materia più malleabile, modellata dalla sensibilità del corpo astrale. È ciò che avviene, ad esempio, in esperienze di pre-morte, dove la percezione cambia radicalmente. Si accede a una visione amplificata, quasi stroboscopica, che permette di osservare gli eventi dall’alto e di cogliere ciò che con i nostri sensi ordinari ci rimane invisibile. Questo passaggio può essere definito come un entrare nella "trasparenza", ovvero diventare invisibili agli occhi di chi rimane, ma vivi in una dimensione diversa: quella astrale. Proseguendo nel percorso verso la sottigliezza, si arriva al corpo mentale, una dimensione in cui l’esperienza della realtà fisica si trasforma e viene trascritta nella coscienza e nel "sentire". Tuttavia, spesso non siamo pienamente consapevoli di questa coscienza: è una parte di noi più profonda, che risiede al centro della nostra esperienza, guidando il nostro essere al di là del visibile. Attraverso il ciclo di successive esperienze e passaggi in diversi corpi fisici, questo sentire evolve. Ogni vita, ogni esperienza ci rende più consapevoli e arricchisce la nostra capacità di comprendere e di amare. È un cammino continuo, un processo di crescita interiore che ci porta a riconoscere sempre di più la nostra essenza più autentica e spirituale. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 329: IMMATURITÀ EMOTIVA come superare il passato e ritrovare te stesso 1:03:01
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Molti di noi vivono senza rendersene conto come prigionieri del proprio passato. Le esperienze dell’infanzia, le relazioni tossiche e le ferite emotive lasciano segni profondi. Se non impariamo ad affrontarle, il nostro bambino interiore continuerà a influenzare le nostre decisioni, spingendoci verso reazioni immature, perché non ha gli strumenti per affrontare le situazioni in modo adulto. Ma in che modo il passato condiziona la nostra vita attuale? Spesso l’infelicità è il risultato di un’immaturità emotiva: pur avendo tutto ciò di cui abbiamo bisogno a livello materiale, non riusciamo a gestire ed esprimere correttamente le nostre emozioni, che sono strettamente legate ai nostri bisogni più profondi. Ci focalizziamo sull’esterno, trascurando il nostro mondo interiore. Questa disconnessione ci porta a vivere con il pilota automatico, ripetendo schemi appresi nell’infanzia. Da piccoli abbiamo imparato a reprimere emozioni e bisogni per compiacere gli altri. Un modo concreto per uscire da questo ciclo è identificare le ingiunzioni ricevute nell’infanzia, ovvero quei messaggi che abbiamo interiorizzato e che oggi influenzano le nostre reazioni emotive. Come possiamo liberarci da questa programmazione automatica? Ripetere sempre le stesse reazioni non significa vivere, ma sopravvivere. La vita è evoluzione e cambiamento. Per interrompere questo schema, è fondamentale sviluppare consapevolezza di sé: fermarsi più volte al giorno e chiedersi “Dove sono?”, prendere coscienza dell’ambiente circostante, e soprattutto ascoltarsi con domande come “Cosa sento in questo momento?” e “Di che cosa ho bisogno?”. Comprendere le nostre reazioni interiori è il primo passo per ritrovare autenticità e libertà emotiva. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 328: Le 5 illusioni che ti impediscono di essere felice (e come superarle) 1:05:30
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Hai mai avuto la sensazione che la felicità sia sempre un passo più in là? Le illusioni sulla felicità sono trappole mentali che ci allontanano dalla vera serenità. Credere a queste false convinzioni porta frustrazione e insoddisfazione. Qual è il segnale che sto vivendo un’illusione? E' proprio la frustrazione che proviamo senza riuscire a darci una spiegazione. Ma quali sono queste illusioni a cui stare attenti? Ecco le 5 illusioni più comuni che sabotano la tua felicità: 🔹 Devo essere sempre felice: Pensare che la felicità significhi assenza di problemi è un errore. La felicità è accettare e gestire alti e bassi. 🔹 Il perfezionismo: Aspettare la perfezione prima di essere felici è un’illusione: la perfezione non esiste, l’imperfezione è crescita. 🔹 Il confronto con gli altri: Paragonarsi agli altri crea aspettative irrealistiche e mina l’autostima. 🔹 Il controllo assoluto: Credere di poter controllare tutto è impossibile. La vera felicità sta nell’adattarsi e agire con consapevolezza. 🔹 Quando avrò/sarò/farò... allora sarò felice: Rimandare la felicità a un futuro ipotetico ci priva della gioia del presente. Che fare per essere felici? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 327 - Affrontare la paura del successo (domande e risposte) 1:04:36
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Ti sei mai domandato perché, proprio quando stai per raggiungere un obiettivo importante, sembra che qualcosa dentro di te ostacoli ogni tuo sforzo? Questo accade più spesso di quanto pensi, ed è legato a un fenomeno legato proprio alla paura del successo. A volte non è il fallimento ciò che ci spaventa di più, ma il nostro stesso potenziale. Questa paura si manifesta in modi sottili ma incisivi: quella vocina interiore che ti dice "Non sono abbastanza bravo" mentre ti avvicini a una promozione, quell’esitazione che ti spinge a posticipare il lancio del tuo progetto o quell’autosabotaggio che ti porta a fare tardi a una presentazione importante. Spesso, la paura del successo nasce da messaggi interiorizzati durante l’infanzia. Forse ti è stato detto "Non fare il gradasso" quando eri orgoglioso di un risultato, o hai imparato che distinguerti dagli altri può attirare critiche e giudizi negativi. Ecco alcuni segnali che questa paura potrebbe essere presente nella tua vita: Procrastini proprio quando sei vicino a un traguardo significativo. Sminuisci i tuoi successi, attribuendoli alla fortuna o a fattori esterni. Ti preoccupi più di come gli altri percepiranno i tuoi risultati che di goderteli appieno. Superare questa paura non significa eliminarla del tutto, ma imparare a riconoscerla e affrontarla. Il primo passo è prendere consapevolezza. Osserva quando emerge e come influenza le tue azioni. Non giudicarla, ma accoglila come un segnale prezioso, un messaggero che ti invita a riflettere sul tuo percorso di crescita. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 326 - Paura del Successo: perché temiamo di riuscire e ci sentiamo indegni 1:05:23
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Che cos’è la paura del successo? Da dove nasce e come possiamo affrontarla? La paura del successo è un fenomeno più comune di quanto si possa pensare. Si manifesta come il timore di scoprire quanto possiamo essere straordinari, traducendosi nella paura di raggiungere i nostri obiettivi, di essere all’altezza delle aspettative, di sentirci indegni o temere il giudizio altrui riguardo ai nostri successi. In sostanza, è la paura del nostro potere personale. Spesso associamo il concetto di potere al dominio sugli altri, ma in realtà il potere è sinonimo di possibilità, di capacità: io posso. Eppure, ciò che ci spaventa è riconoscere che siamo un centro di influenza nel nostro mondo, che le nostre azioni possono cambiarlo. Perché temiamo la nostra luce? Le radici di questa paura risiedono nei messaggi ricevuti durante l’infanzia. Tali messaggi modellano la nostra idea di successo e influiscono sulla costruzione della nostra autostima. Le critiche ricevute in passato contribuiscono spesso a creare un’immagine negativa di noi stessi, erodendo la fiducia nelle nostre capacità. Questi condizionamenti, trasmessi inconsapevolmente dai genitori o dalle figure di riferimento, alimentano sentimenti di indegnità, sensi di colpa e vergogna, che finiscono per intrecciarsi ai nostri valori più profondi. Come riconoscere la paura del successo? Ci sono alcuni segnali che ci aiutano a identificarla: Autosabotaggio: ogni volta che si avvicina un cambiamento positivo, emerge un meccanismo interno che lo ostacola. Paura del giudizio: ti trovi a pensare “Cosa diranno gli altri se ci riesco?”. Mancanza di motivazione: il successo sembra non valere lo sforzo Quali sono gli effetti della paura del successo? *Bloccare il proprio potenziale. *Provare un senso di inadeguatezza e accumulare rimpianti per ciò che non si è fatto. *Alimentare sfiducia e insicurezza nelle proprie capacità. Come superare la paura? Ne parliamo nel video Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 325: Come imparare ad amarsi. 1:17:51
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Ti sei mai chiesto/a come cambierebbe la tua vita se imparassi DAVVERO ad amare te stesso/a? In questo video, insieme a Chantal Dejean, abbiamo esplorato il vero significato dell'amore per se stessi, ben oltre le aspettative degli altri. Il non amarsi spesso non è una nostra scelta, ma una reazione al giudizio altrui. Quando cambiamo il nostro sguardo verso noi stessi, il parere degli altri perde importanza. Cosa ci impedisce di volerci bene davvero? È la mancanza d'amore verso noi stessi, o è piuttosto lo sguardo degli altri che ci fa sentire inadeguati? In un mondo basato sul giudizio e sulla competizione, trovare la propria strada significa imparare a volersi bene, senza dover rispondere a criteri esterni. Amare se stessi non significa sentirsi il numero uno, ma accettarsi nella propria autenticità. Scoprire il nostro talento non è facile, ma è il percorso che porta al nostro risveglio. La via spesso non è immediatamente visibile, ma può rivelarsi attraverso piccoli segni, incontri o messaggi che ci guidano verso la nostra essenza. In questo video, abbiamo approfondito come riconoscere il nostro talento, consolidare le nostre basi e costruire una solida identità. Quando ci sentiamo bene con noi stessi e in armonia con il nostro scopo, allora abbiamo trovato la strada giusta. Come liberarsi dai condizionamenti esterni e iniziare il viaggio verso il vero amore per te stesso? Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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Quanto è importante conoscere se stessi? Conoscere se stessi è essenziale per una vita attiva e dinamica, ma non è così semplice. Spesso, infatti, si confonde il conoscere se stessi con il costruirsi un'immagine ideale di sé, che risponde alle aspettative di genitori, società o religione. Questo porta a conflitti interni tra ciò che si è realmente e l'immagine ideale che si tenta di raggiungere. Conoscere se stessi, invece, è un'indagine continua che porta alla luce le motivazioni autentiche che ci guidano, senza necessariamente trovare una certezza assoluta. Il discorso include un brano che parla dell'importanza di indagare continuamente il proprio agire e le motivazioni, senza cercare definizioni statiche di sé. Ogni azione è spinta da molteplici cause, e il riconoscimento di questa complessità porta a una maggiore consapevolezza e ad un allontanamento dal bisogno di certezze rigide, che finisce per cristallizzare la nostra natura dinamica. E' importante abituarsi ad esaminare le azioni e a scoprire più di una motivazione per ogni comportamento, accettando la complessità del proprio mondo interiore. Questo processo, anche se non porta a certezze definitive, permette di fluire con la vita e di sentirsi vivi, libero dalle maschere che ci si costruisce. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 323 - Lo spirito del Natale: come risvegliare la tua luce interiore 1:05:16
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E se scoprissimo che dentro ognuno di noi c’è già una luce pronta a splendere? Con Fra' Stefano Bordignon, in questa puntata speciale dedicata al Natale, abbiamo dialogato su come il Natale sia un momento di rinascita spirituale e di riflessione che cambia nel tempo, e può essere considerato un dono da accogliere con consapevolezza. E' importante anche la valenza simbolica e spirituale della festa, che va oltre i dettagli concreti. Il Natale è visto come un evento che unisce spirito e materia, rappresentato dalla nascita di Gesù come simbolo di luce e rinnovamento. Abbiamo parlato dei simboli legati al Natale, come la grotta, la stella cometa, e la figura di Maria e Giuseppe, che incarnano valori universali di umiltà, protezione, e rinascita interiore. Gesù viene è una figura straordinaria che, attraverso la sua coerenza e il suo esempio, ispira un nuovo modello di umanità, in cui spiritualità e vita quotidiana si uniscono. Il Natale rappresenta non solo un evento storico ma anche un richiamo universale al potenziale di trasformazione e crescita insito in ognuno di noi. È un tempo per riscoprire valori interiori e creare una connessione profonda con gli altri. Cosa rappresenta per te il Natale? Auguro a ciascuno di voi un buon Natale di rinascita spirituale! Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 322 - Il dono delle differenze. Maschile e femminile in dialogo con Erica Poli 1:16:05
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Hai mai pensato a quanto maschile e femminile siano due lati di una stessa medaglia? Non opposti, ma complementari. In questa diretta con Erica Poli, medico psichiatra, psicoterapeuta e counselor, abbiamo parlato delle dinamiche attuali tra energie maschili e femminili, osservando come siano mutate nel tempo e il loro impatto nelle relazioni e nella società. Oggi le donne spesso cercano di abbracciare caratteristiche tradizionalmente maschili, mentre gli uomini faticano a connettersi con la loro parte femminile. Questo squilibrio genera conflitti e difficoltà nel dialogo autentico tra i generi. E' importante riconoscere che maschile e femminile sono energie complementari, necessarie entrambe e presenti in ogni individuo. La società trasmette stereotipi sbilanciati, privando spesso sia uomini che donne di una conoscenza profonda e armoniosa delle loro identità. La pressione sociale su donne e uomini può portare a dipendenze tossiche o all'adozione di ruoli forzati. Maschile e femminile, se equilibrati, possono convivere e arricchirsi reciprocamente, dando vita a relazioni più sane. La dipendenza sana viene definita come una connessione reciproca che valorizza entrambi i partner, senza annullare l'identità individuale. Le donne inoltre hanno la necessità di riappropriarsi del proprio potere femminile, evitando di cadere in compromessi che ne limitano la libertà o l'autodeterminazione. Il femminile, inteso come un’energia potente e divina, deve essere vissuto e celebrato senza subordinarsi a stereotipi o pressioni sociali. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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1 Episodio 321 - Pigrizia o paura: scopri come ritrovare energia e motivazione 1:03:47
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Ti capita mai di sentirsi bloccato e sopraffatto dalla pigrizia? La pigrizia è una condizione umana sempre in agguato, un atteggiamento che può apparire come semplice apatia o indolenza, ma che spesso nasconde significati più profondi. Da uno stato di mancanza di energia può evolvere fino all’apatia vera e propria, lasciandoci con la sensazione che ci manchi qualcosa. A volte, la pigrizia è un segnale prezioso: è il modo del nostro corpo e della nostra mente di dirci che abbiamo bisogno di fermarci e ricaricarci. In una routine statica, dominata dalla cultura del “fare”, ci dimentichiamo che la passività può avere un ruolo funzionale. È un campanello d’allarme dello stress e, se ascoltata, può aiutarci a riconnetterci con i nostri bisogni profondi. Immaginiamo la pigrizia come un bambino che richiede attenzione e comprensione. Spesso, invece di ascoltarla, cerchiamo di scacciarla o ignorarla, ma questo è l’errore peggiore che possiamo fare. Accogliere la pigrizia significa chiederci perché si manifesta e quale messaggio ci sta portando. Spesso la pigrizia è associata all'idea di mancanza di motivazione. La motivazione nasce da una connessione emotiva verso qualcosa che riteniamo significativo. Quando non riusciamo a motivarci, spesso è perché ciò che dobbiamo fare non rispecchia i nostri valori o obiettivi di vita. È una disconnessione: il compito ci appare distante da ciò che ci interessa davvero, come la ricerca di apprezzamento degli altri o un guadagno puramente materiale. Dietro la pigrizia si nascondono spesso due grandi paure: la paura di fallire e la paura di riuscire. E, sorprendentemente, è quest’ultima a prevalere. Riuscire significa affrontare il cambiamento, uscire dalla zona di comfort e affrontare nuove responsabilità, e questo può spaventarci. La chiave per superare la pigrizia è iniziare con poco. Piccole azioni minimali sono sufficienti per creare slancio. Come un piccolo ingranaggio che avvia una grande macchina, anche il più piccolo passo può portarti verso il cambiamento e ridarti l’energia per andare avanti. Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support .…
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